La natura del suolo

 

Prima dei rilievi effettuati dai due Lander dei Viking i e 2 Io studio delle caratteristiche superficiali di Marte, e in particolare della composizione e delle proprietà fisiche dei materiali sciolti, ha potuto essere effettuato solo per via indiretta mediante l'impiego di spettrometri all'intrarosso, di radiometri all' infrarosso e tramite lo studio del campo gravitazionale di Marte.

Terreni di particolare interesse affiorano nelle regioni polari, sia meridionale che settentrionale; qui sono state riscontrate strutture molto particolari alle quali è stato dato il nome di <<terreno laminato>> in quanto esso appare composto da una fitta alternanza di strati chiari e scuri. Questo tipo di terreno, che è stato rinvenuto solamente in queste regioni, sembra legato strettamente all'anidride carbonica che nelle regioni polari forma annualmente uno strato congelato.

Un'altra struttura tipica delle regioni a latitudine elevata è data da un tipo di terreno molto intricato e caratterizzato da rilievi e scarpate isolate, che si ritiene collegato alla scomparsa del ghiaccio dal sottosuolo. La maggior parte delle caratteristiche morfologiche dei terreni delle regioni polari risulta influenzata anche dai venti che, insieme al gelo e disgelo, modificano in continuazione l'aspetto di queste zone attenuandone il rilievo con un'azione sia di demolizione che di deposito.

Le immagini e le informazioni inviate dai due moduli di atterraggio delle sonde Viking si sono rivelate assai utili nel fornire una descrizione estremamente dettagliata della superficie marziana nelle due aree dove si erano posati.

Entrambe queste aree (Chryse Planitia, Viking Lander 1; Utopia Planitia, Viking Lander 2) sono rappresentative delle situazioni geologiche riscontrabili in superficie alle medie latitudini dell'emisfero settentrionale.

Le riprese e le analisi di dettaglio hanno mostrato come entrambe le località siano caratterizzate dalla presenza di una grande varietà di rocce sepolte in un materiale finemente granulare e da un colore variabile dal marroncino all'arancione. Anche il cielo mostra una tinta rosso-pallida dovuta con tutta probabilità alla diffusione della luce attraverso particelle di polvere sospese nell'atmosfera marziana.

La topografia della prima zona è ondulata e mostra una grande varietà di tipi e di frammenti di roccia che hanno dimensioni oscillanti dai pochi centimetri di sezione a circa due metri, mentre blocchi anche più grossi appaiono, in lontananza, all'orizzonte.

Il terreno è formato dalla distruzione chimica e meccanica della parte più superficiale di una colata lavica basaltica alla quale si è successivamente aggiunto del detrito formato da urti di tipo meccanico.

Questo materiale minuto si è distribuito e deposto per azione di venti che hanno fra l'altro levigato alcuni dei blocchi rocciosi presenti in quest'area.

Nella zona di Utopia invece si è in presenza di una pianura uniforme caratterizzata dalla presenza di numerosi macigni dall'aspetto vescicolare che sembrano provenire da un vicini cratere meteoritico. Il materiale finemente granulare che si trova deposto fra le varie rocce è stato trasportato dai venti provenienti dalle regioni polari poste più a nord. Le analisi fin qui condotte attestano un maggior consistenza del materiale superficiale di Marte rispetto a quello lunare. Durante le rispettive fasi di atterraggio, le superfici al di sotto dei moduli Lander sono state erose solo lievemente.

I materiali sparsi sulla superficie intorno ai due punti di atterraggio contengono dall'1 al 7% c materiale fortemente magnetico. Una delle ipotesi più accreditate riferisce questa magnetizzazione alla presenza della maghemite (y Fe2O3) il che giustificherebbe la colorazione rossastra complessiva del panorama marziano in quelle località.

Grazie a uno strumento capace di ottenere dati relativi al contenuto di materiale inorganico del suolo, sia in superficie che a piccole profondità, è stato possibile verificare un notevole grado di uniformità nella composizioni del materiale granulare, il che indicherebbe un processo di mescolamento od omogeneizzazione per azione eolica.

E stata rilevata la presenza di ferro, alluminio, calcio, silicio e zolfo, nonché in minor quantità, titano, rubidio, stronzio e zirconio.

 

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